I Clorofili sono un'organizzazione indipendente senza scopo di lucro, composta
da lavoratori dell'industria del cloro e del PVC che vogliono rispondere
alle accuse mosse contro il loro lavoro. Riteniamo di operare responsabilmente
per la creazione di prodotti che contribuiscono al benessere dell'umanità.
L'uomo non deve rinunciare ai vantaggi che offre il cloro sulla base di
pregiudizi o di informazioni erronee o false.
Circa cinque anni fa, un articolo sul PVC apparso sulla rivista di un'associazione
di agricoltori biologici descriveva quanto fosse nocivo questo materiale
per l'uomo e per l'ambiente. Molte delle accuse erano certamente infondate,
ma a causa delle nostre conoscenze all'epoca limitate, non abbiamo potuto
confutare tutti gli argomenti, e abbiamo così dato il via a delle
ricerche sui dati conosciuti riguardanti il cloro e i suoi composti. Abbiamo
discusso questi dati con esponenti dell'industria, degli ambientalisti
e della scienza. I risultati di tali ricerche vengono riportati nelle pagine
che seguono.
Secondo gli ambientalisti, in particolare Greenpeace, il cloro
è la sostanza che dà origine, più di qualsiasi
altra, ad un grande numero di materiali artificiali che sono nocivi per
l'uomo e per la natura. In maniera tale che l'uso del cloro dovrebbe essere
proibito in tempi brevi.
Quanto ciò sia fondato scientificamente verrà esposto
in un viaggio intorno a molti problemi ambientali: si farà un confronto
tra materiali contenenti cloro e non contenenti cloro, naturali e artificiali,
per quanto riguarda il rischio inerente alla produzione, all'uso, allo
smaltimento, incenerimento e incendio. Si passeranno in rassegna anche
argomenti quali la persistenza, la bio-accumulazione, la formazione di
smog, le piogge acide, l'impoverimento dello strato di ozono, l'effetto
serra, la tossicità, il rischio di cancro ed infine ma non ultimo,
il declino della virilità.
Per tutti coloro che vogliono saperne di più sul cloro, senza troppe
fantasie e più fatti e cifre, si rimanda alle nostre pagine su cloro,
PVC e sull'ambiente:
L'ipotesi secondo cui esiste una correlazione tra il contenuto di
cloro dei materiali immessi e le concentrazioni di PCDD/F nei prodotti
gassosi della combustione non è stata confermata dai dati analizzati
nel presente studio.
Nata all'inizio del 1994, l'organizzazione dei Clorofili ha in pochi anni
raggiunto circa 1.800 membri, principalmente lavoratori dell'industria
del cloro e del PVC del Belgio e dei Paesi Bassi. Stiamo attualmente cercando
di internazionalizzare il movimento verso altri paesi europei. Chiunque
può entrare a far parte dell'organizzazione, comprando una maglietta
dei Clorofili per 10$. è il modo in cui possiamo raccogliere fondi
sufficienti per iniziative, per l'invio di lettere a tutti coloro che vorrebbero
prodotti senza cloro o PVC e per la distribuzione di un giornale (fino
ad oggi solo in olandese) a tutti i nostri membri e simpatizzanti. Per
una visione d'insieme delle nostre iniziative vedi Attività
dei Clorofili.
I Clorofili e Greenpeace...
Greenpeace vuole che vengano sospese tutte le attività industriali
inerenti al cloro entro l'anno 2000 (vedi Greenpeace
e il cloro). A noi lavoratori dell'industria del cloro è stato
richiesto in maniera pressante di convincere i nostri datori di lavoro
a passare a cosiddette alternative più sane per l'ambiente.
Vi sono state varie proposte da parte dei nostri datori di lavoro perché
si avesse una discussione seria sull'argomento con Greenpeace, ma quest'ultima
ha rifiutato ponendo come condizione che gli industriali si impegnassero
prima a chiudere tutte le attività legate al cloro.
Greenpeace promuove numerose alternative all'uso del cloro e dei suoi
derivati, soprattutto del PVC, ma non fornisce alcuna prova per dimostrare
che tali alternative siano migliori per l'ambiente. Si è dimostrato
invece che alcune di queste alternative sono peggiori per l'ambiente e/o
più rischiose per i consumatori. Per Greenpeace sembra importare
di più che un materiale o un procedimento non contengano cloro.
Così facendo, Greenpeace - sull'argomento cloro - non si pone come
gruppo ambientalista, ma come gruppo anti-cloro.
In molte iniziative (vedi Attività dei
Clorofili) abbiamo cercato di convincere Greenpeace a mettere fine
alle campagne contro il cloro e soprattutto contro il PVC, almeno fino
a quando un dibattito aperto tra gli scienziati di Greenpeace e quelli
dell'industria del cloro - con la supervisione di esperti indipendenti
- non abbia stabilito i pro e i contro dell'uso del cloro e delle sue possibili
alternative che siano di una rilevanza tale da giustificare il passaggio
ad alternative senza cloro (oppure il contrario!). Fino ad oggi non abbiamo
ricevuto risposta.
Se ne volete sapere di più su Greenpeace e le sue campagne anti-cloro
e PVC:
Abbiamo passato in rassegna quanto riportato dai media sui metodi impiegati
da Greenpeace, non solo sul cloro e il PVC, ma anche a proposito di altri
allarmismi ecologici.
Siccome è stata intentata causa da parte di Greenpeace Deutschland
contro alcuni punti contenuti nel nostro libro "La faccia nascosta di Greenpeace",
temporaneamente non possiamo purtroppo inviare il volume, fino alla sentenza
finale del tribunale di Amburgo.
Cloro, PVC e storie spaventose...
A volte sulla carta stampata si leggono storie che creano allarmismo, su
fattori ambientali che hanno a che fare con il cloro o con i prodotti clorurati
come il PVC. In molti casi esse si basano su ricerche parziali o limitate
e spesso non ci sono ragioni, o ragioni non sufficienti, per preoccuparsi.
Ve lo spieghiamo nelle nostre pagine di commento:
Creato: 23 febbraio 1996.
Ultima revisione: 22 febbraio 2002.
Per ulteriori informazioni, commenti, aggiunte, potete prendere contatto
con l'autore. Siamo aperti a qualsiasi argomento scientificamente fondato
e non pensiamo di essere gli unici detentori della verità. Vi chiediamo
di avere pazienza nell'attesa di eventuali risposte, perché abbiamo
la nostra attività normale (molto intensa) da svolgere nelle fabbriche
di cloro e PVC, e perciò tutto questo lavoro viene svolto nel tempo
libero. Operiamo in maniera indipendente dai nostri datori di lavoro e
diversamente da certe multinazionali verdi, non abbiamo denaro per pagare
i migliori (e più cari) pubblicitari, i migliori specialisti di
Internet, i migliori psicologi e avvocati e non possiamo permetterci del
personale che si occupi di tutta la posta in arrivo.